Soccorso in Montagna

Chiamate

Per fruire del soccorso in montagna è necessario digitare il numero breve 118 da qualsiasi telefono urbano e mobile. La chiamata è gratuita. Sarà la Centrale Operativa interessata a stabilire mezzi e risorse da inviare sul luogo dell’evento per l’immediato soccorso. Ogni provincia dell’intero territorio italiano è assicurata dalle Centrali Operative di Urgenza ed Emergenza "118" che rispondono 24 ore su 24. Pertanto, in qualsiasi caso d’incidente o di improvviso malore in montagna, in cui si evidenziasse una grave inabilità del soggetto, si dovrà chiamare solo ed esclusivamente la Centrale Operativa di Urgenza Emergenza “118”.
In montagna ci sono zone dove la copertura di rete della telefonia cellulare è attenuata e a volte assente; è consigliabile, durante la salita, controllare le aree limite della copertura telefonica cellulare tenendo conto che, chiamando il 118, è possibile che la chiamata potrebbe cadere su Centrali territorialmente diverse. Sarà sufficiente confermare all’operatore la provincia da cui proviene la chiamata. In tal caso è sufficiente confermare la località e provincia da dove si sta chiamando e la richiesta di soccorso verrà inoltrata automaticamente alla Centrale operativa competente.



Qualche consiglio

Generalmente, quando si chiama il 118, è l’operatore che risponde a “pilotare” l’analisi detta di “filtro sanitario” (che serve ad inquadrare in pochi secondi chi, come e cosa fare) ed è fondamentale, anche nell’angoscia di un incidente o di una possibile tragedia, rispondere con calma alle domande dell’operatore Sanitario della Centrale Operativa “118”. Vale in ogni caso la pena prepararsi ad una serie di domande, ricordando sempre da dove si sta chiamando e che ci si trova su un terreno impervio di montagna ed inoltre:

  • fornire immediatamente il numero del telefono da cui si sta chiamando (se la chiamata dovesse interrompersi è importante che il telefono venga lasciato libero per consentire alla Centrale Operativa di richiamare);  
  • fornire l'esatta località dove è ubicata l'area da cui si sta chiamando (Comune, Provincia od in ogni caso un riferimento importante di ricerca rilevabile sulla cartina, anche di un toponimo in nome dialettale);  
  • se ci si trova su un sentiero e si ricorda il numero di segnavia o su una via ferrata o di scalata trasmettere il numero o il nome (es.. sentiero n. 18 che porta a…ecc… o ferrata di Monte Alpetto in zona grande cengia oppure al 5 tiro di corda sulla via Don Rodrigo alla Marmolada… etc…): oltre a ciò sarebbe opportuno indicare sommariamente a che altezza ci si trova della ferrata o della parete o a che distanza dal rifugio (o altro...)  
  • se in possesso di altimetro, (tarato prima di partire) fornire la quota del luogo dell’evento;  
  • se in possesso di GPS fornire le coordinate;  
  • fornire indicazioni di cosa è visibile dall’alto (pendio, bosco, cima, rifugio, ecc..);  
  • se si vedessero fili a sbalzo, teleferiche o linee elettriche, sopra o nelle vicinanze del luogo dell’evento segnalarle all’operatore di centrale! Sono le problematiche più pericolose per un elicottero in volo di soccorso.


Cosa vi viene chiesto

In qualsiasi caso preparatevi a rispondere alle seguenti domande

  • cos’è accaduto (malore, incidente o altro evento);
  • a che ora è successo;
  • quante persone sono coinvolte nell’evento;
  • si dovranno fornire le proprie generalità (questa informazione fa perdere solo alcuni secondi all'emergenza ma è molto importante).

la parte legata allo stato di coscienza e dei parametri vitali è in ogni caso gestita dai sanitari del “118”, anche se le domande percorreranno questa traccia:

  • la persona è cosciente (risponde se la si chiama e la si tocca?);  
  • la persona coinvolta respira?  
  • perde sangue (se si da dove)?  
  • In che posizione si trova il soggetto: (se seduto, se disteso supino, se disteso prono, se appeso, se semi sepolto dalla neve, ecc.)

Durante l’indagine conoscitiva, svolta dall’Operatore che sta organizzando la missione di soccorso, l’allarme è certamente già scattato e i dati che si potranno avere successivamente verranno trasferiti via radio o telefono alla squadra di soccorso.



Senza telefono

E' possibile che l'infortunato o i suoi compagni non abbiano il cellulare o la zona non abbia copertura, in questi casi occorre saper fare delle segnalazione acustiche o visive. Ecco come.

Un segnale di allarme che risulti facilmente ricevibile in condizioni diurne è quello acustico (effettuabile quasi esclusivamente con un leggerissimo fischietto). Per questo metodo di allarme è necessario inviare un suono breve (2 o 3 sec.) ogni 10 secondi per sei volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si ripeterà nuovamente il suono di allarme, continuando sino alla ricezione di un segnale di risposta.

Il messaggio acustico in risposta (se ricevuto da chi può fornire aiuto) dovrà essere inviato ogni venti secondi per tre volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si riprenderà la segnalazione. Chi segnala l’avvenuta risposta (chi può fornire aiuto), dovrà chiamare immediatamente il Soccorso Sanitario 118 ed eventualmente informare altri presenti per tentare, in assenza di pericoli, il raggiungimento di chi ha bisogno del soccorso, per tranquillizzarlo ed informarlo che i soccorsi sono già stati allertati (se possibile, non muovere il ferito prima che arrivino i soccorsi).

A chiusura di questa breve indicazione ed in mancanza di altre raccomandazioni internazionali riferite a come segnalare l’avvenuta ricezione di chi lancia l’allarme, si consiglia, a chi chiede aiuto (chi ha bisogno di soccorso), di rispondere, confermando l’avvenuto ricevimento della risposta, con una segnalazione ad intermittenza ogni 3 secondi per circa 30 secondi (circa 10 suoni) ed una pausa di 2 minuti per poi riprendere questa segnalazione sino alla conferma definitiva di ricezione e allertamento soccorsi.

Il ricevente (chi può fornire aiuto) risponderà con la stessa formula ad intermittenza (10 suoni in 30 sec. – pausa 2 min. – 10 suoni in 30 sec.). A questo punto (appurato che chi chiama e chi riceve sono in contatto) il chiamante (chi ha bisogno di soccorso), con pause di 5 minuti, dovrà nuovamente lanciare segnali di allarme (uno ogni 10 secondi per un minuto) affinché i soccorritori possano dirigersi verso la fonte acustica del segnale.

Il segnale luminoso

Per la segnalazione luminosa si dovrà dirigere il raggio di una lampada portatile verso un ipotetica fonte di ricezione (rifugio, alpeggio, paese, etc.) e procedere come per la segnalazione acustica, inviando un segnale luminoso ogni 10 secondi per sei volte al minuto; dopo la pausa di un minuto riprendere le segnalazioni. Il messaggio luminoso in risposta (se ricevuto) sarà inviato ogni venti secondi per tre volte al minuto; dopo la pausa di un minuto si riprenderà la segnalazione. Al ricevimento dell’allarme e per la successiva risposta a chiusura di ricevimento della chiamata, procedere come indicato per la segnalazione acustica.



Quando arriva l'elicottero

Dopo la segnalazione dell’allarme (in condizioni atmosferiche ottimali) è possibile che il primo intervento arrivi sul posto attraverso l’elicottero del Soccorso Sanitario.

ATTENZIONE: I piloti di un elicottero di Elisoccorso, durante qualsiasi approccio al luogo dell’evento, si preoccupano di operare nella massima sicurezza dell’equipaggio che hanno a bordo ma anche e soprattutto di chi sta a terra. Il volo in montagna, decisamente più laborioso e difficile del volo in pianura, pone al comandante del mezzo una serie di problematiche a cui deve rispondere con grande responsabilità.

Solo per questo motivo è opportuno conoscere alcune informazioni che possono facilitare l’arrivo del mezzo e ridurre i tempi di attesa. Non è una norma, ma a volte accade che la ricerca del posto dell’evento risulti più laboriosa del previsto. Dall’elicottero la morfologia non cambia, ma si modifica la prospettiva ed alcune volte è difficile che il mezzo arrivi direttamente sul target (o bersaglio).

Quando l’elicottero si troverà sul target (entro i 200 - 100 metri dal luogo dell’evento) rallenterà ulteriormente la velocità, fin quasi a fermarsi. Ma ancora potrebbe essere necessario un aiuto dal basso. Quando da terra si vedrà l’elicottero in avvicinamento sarà indispensabile fornire ulteriori e più precise indicazioni. Il sistema comunemente impiegato è quello di dare indicazioni, come se sulla pancia fosse disegnato un grande orologio a lancette al contrario (come se il pilota guardasse il suo orologio).

Il richiedente il soccorso (o chi gli sta vicino), per farsi identificare dall’alto, solleverà entrambe le braccia. Il simbolo dell’uomo con braccia alzate a V significa internazionalmente “ho bisogno di soccorso” e che quella è la posizione esatta (o nelle immediate vicinanze) c’è il ferito e dove i soccorritori dovranno andare. Se dall’elicottero, attraverso il megafono esterno, venissero poste domande dal pilota, le braccia alzate a V significano SI (affermazione alla domanda).

COME FARE Chi solleverà le braccia (il ferito stesso o il compagno del ferito) dovrebbe porsi a braccia alzate con le spalle rivolte al vento. NON IMPORTA SE L’ELICOTTERO STA ARRIVANDO ALLE SPALLE! (basterà girare la testa). Questa posizione servirà al pilota d’elicottero per capire prima di tutto che l’evento è esattamente in quel punto e che il vento spira alle spalle di chi segnala.

Se invece l’informazione via radio o telefonica non fosse possibile, quando l’elicottero arrivasse nell’area interessata, si consiglia di alternare la posizione con le braccia alzate a “V” mettendo successivamente le mani al collo (in segno di strozzo), poi ancora a “V” poi ancora a strozzo e così via. L’importante è che il pilota riesca a vedere che il bersaglio è quello, ma che esiste un pericolo causato dai fili a sbalzo presenti o da altri pericoli non visibili dall’alto.

Se l’elicottero, durante la ricerca del luogo dell’evento dovesse erroneamente circuitare sopra escursionisti non interessati alla chiamata di soccorso, chi si troverà in quella situazione si dovrà porre nella evidente posizione con un braccio alzato ed uno abbassato (a forma di mezza croce di Sant’Andrea) a significare “non ho bisogno di soccorso”. Se dall’elicottero, attraverso il megafono esterno venissero poste domande dal pilota, Un braccio alto ed un braccio basso significano NO (negazione alla domanda).

ATTENZIONE: Tempo fa accadde un incidente ad un alpinista solitario: durante una caduta si lussò una spalla. All’arrivo dell’elicottero il ferito seppe alzare una sola mano per indicare il target (dimenticando che significava “non ho bisogno di aiuto”). E’ opportuno, in un caso simile, roteare ad ampi cerchi il braccio sano a significare (in gergo elicotteristico) “tira su”, ovvero: ho bisogno di aiuto! Questo movimento vale anche come risposta affermativa ad una domanda posta dal pilota.

Gli elicotteri di ultima generazione sono molto potenti ed il flusso del rotore, incanalato nelle vallette o su ripidi pendii può innescare una turbolenza considerevole al punto che una persona a terra, non ben poggiata, potrebbe essere fatta barcollare. Serve molta attenzione e, se non interessati all’evento ci si dovrà riparare, prima dell’avvicinamento del mezzo, trattenendo tutte la cose mobili (zaini, caschi, coperte, etc…).

Se le condizioni della superficie del terreno non consentissero un facile avvicinamento, l’elicottero si posizionerà molto in alto, al punto di elisbarco, e calerà l’equipe sanitaria con il cavo del verricello. E’ indispensabile, per chi è in posto, mettersi al riparo e rimanere in quella posizione sino a che l’elicottero non si sarà allontanato. In presenza di alberi ad alto fusto si dovrà porre molta attenzione ai rami che la colonna d’aria del rotore può staccare e far cadere a terra, con il rischio di colpire chi sta sotto.

Se il terreno d’approccio fosse spazioso, ma non atterrabile, l’elicottero si avvicinerà (a pochi centimetri dal suolo) posizionandosi in “hovering” o “volo di stazionamento”. ATTENZIONE: la colonna d’aria creata sarà ancora più imponente e pericolosa per chi si trovasse in zona. Non ci si dovrà muovere fintanto l’equipe sanitaria non sarà scesa a terra con il proprio materiale, rimanendo in quella posizione sino a che l’elicottero non sarà decollato, abbandonando l’area.

Se nella zona dove è richiesto l’intervento dell’Elisoccorso esistesse la possibilità di atterraggio in area libera da ostacoli, (alberi ad alto fusto, tralicci, etc.) si ricorda che un elicottero, per atterrare senza problemi e nella peggiore condizione atmosferica, ha bisogno di un area pianeggiante di almeno 30 passi per 40 (circa m 25 X 30).

Nel caso di atterraggio su aree spaziose come quelle anzidette, è auspicabile la presenza di una persona a braccia alzate che segnali l’esatta posizione del target e la direzione del vento. Quando l’elicottero fosse nella fase di avvicinamento finale (circa 50 metri), si abbandonerà rapidamente la posizione allontanandosi in zona riparata.

In condizioni invernali potrà rendersi indispensabile l’atterraggio dell’elicottero su terreno innevato o ghiacciato. Chi si trova in posto dovrebbe segnalare lo spazio battendo una area di almeno 7 metri per lato (tanto quanto basta per l’appoggio dei pattini) ovviamente nella posizione più idonea e centrale ad un’area di dimensioni simili a quelle prima specificate.

ATTENZIONE: la neve polverosa sollevata da flusso del rotore dell’elicottero vicino al suolo, accecherà e soffocherà chi si trova nei dintorni: per questo motivo è indispensabile provvedere alla copertura di occhi, naso e bocca, riparandosi da eventuali pezzi di ghiaccio che potrebbero staccarsi dal suolo.

ATTENZIONE: l’avvicinamento all’elicottero è possibile solo dal cono di entrata creato dalla visuale del Comandante (come mostrato in immagine) e dallo specialista di bordo che di norma si trova alla destra della prua. Qualsiasi movimento esterno all’elicottero deve essere autorizzato esclusivamente seguendo le istruzioni del “personale di bordo” incaricato della sicurezza esterna del mezzo.



Numeri Telefonici di Soccorso

Italia: 118

Francia: 15

Svizzera: 144

Austria: 144



Cosa fare in caso di...

Caduta

Pulire con acqua le abrasioni. Possibilmente disinfettare con acqua ossigenata/ Betadine In caso di distorsione o lussazione di un arto, immobilizzare con un normale bendaggio; in caso di frattura: evitate qualsiasi spostamento nell’area; immobilizzate l’arto con stecche per fratture e bende, o mezzi di fortuna come rami, cartone, strisce di vestiti. Organizzare un veloce trasferimento presso strutture mediche (118)

Temporale

Il temporale è annunciato dai tuoni, conviene quindi cercare per tempo un riparo. Non stare in cresta e rientrare dalle valli laterali. Laddove possibile ripararsi in un rifugio, in auto, in una grotta o in un anfratto. Non mettersi sotto alberi isolati, ma starne almeno a 300 metri. Stare lontani anche da conduttori metallici, tralicci, bandiere, antenne e non tenere con se soprattutto all’esterno dello zaino, piccozze e alpenstock. Meglio separati e sotto l’acqua che ammassati in gruppo. Non sdraiarsi per terra ma rannicchiarsi su un oggetto isolante. Gli effetti si una persona colpita sono generalmente letali. Il solo intervento possibile è la rianimazione artificiale con respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco esterno. E’ indispensabile però conoscere e essere in grado di applicare questa pratica.

Morso di Vipera

Tenete presenti alcuni dati: difficilmente il morso di vipera provoca morte o grave sindrome clinica ( vengono stimate circa 50 morti/anno in tutta Europa - Russia e paesi dell’est esclusi); di norma la quantità di veleno iniettabile è metà di quella necessaria per essere pericolosa per un adulto; le vipere in Italia sono presenti solo in brevi periodi e generalmente al di sotto dei 1600 metri. Gli effetti dell’avvelenamento si notano dopo circa mezz’ora e diventano gravi intorno alle due ore.
1) Tranquillizzare il paziente
2) Far sdraiare il paziente ed evitargli movimenti
3) Immobilizzare l’arto con stecca o altri mezzi di fortuna, per impedirgli movimenti
4) Chiamare il 118 ( o trasportate il paziente al più vicino ospedale)
5) Non somministrare alcolici
6) Evitare laccio emostatico, taglio e suzione: non sono efficaci e possono causare danni alla parte interessata e aumentare la diffusione del veleno.
7) Evitare di somministrare alcun siero, per rischio di shock anafilattico.

Mal di Montagna

Già a quota 2000 metri la disponibilità di ossigeno diminuisce, e più si sale in quota e maggiormente l’aria rarefatta riduce la disponibilità di ossigeno necessaria al cervello. Chi non è abituato, già sui 2800/3000 metri può avvertire qualche fastidio come nausea, inappetenza ed emicrania. Oltre i 3000 metri si possono avere difficoltà nella respirazione, tosse, espulsione di muco, vomito e conseguente perdita di equilibrio. In questo caso è necessario scendere subito verso valle. In casi estremi chiamare il soccorso per intervento con camere iperbariche portatili. Sopra i 3000 metri è ben salire lentamente con non oltre 300 metri di dislivello al giorno. Per chi si prepara a un trekking molto impegnativo o una spedizione ad alta quota si consiglia di dormire una decina di notti sopra i 3000 metri un mese prima della partenza

Colpo di Sole

Può accadere anche in giornate estive nuvolose. Il soggetto è debole, irritabile, stordito e nauseato. La pelle diventa calda e secca. La temperatura del corpo sale rapidamente e può arrivare a 40° ed anche più. Mal di testa, spossatezza., vertigini, pelle fredda e sudata, a volte svenimento, sono indici di colpi di sole leggero. In entrambi i casi mettere il paziente in luogo fresco ; sdraiatelo all’ombra con testa e spalle leggermente sollevate. A seconda della gravità avvolgete la testa e il corpo con asciugamani bagnati, massaggiate le gambe, dai piedi verso il cuore o addirittura versategli addosso secchi di acqua fresca. Somministrare bevande fresche e fredde, ma non stimolanti. Se possibile far bere tre o quattro bicchieri d’acqua fredda contenenti ciascuno mezzo cucchiaio di sale, uno ogni quarto d’ora.

Assideramento

E’ causato da una prolungata esposizione al freddo che provoca un restringimento dei vasi sanguigni riducendo l’afflusso del sangue ai vari organi e ai tessuti. Contribuiscono a questo stato, vento, bassa temperatura e umidità, ma anche stanchezza, alimentazione inadeguata, abuso di alcolici. Sintomi: intorpidimento, sonnolenza, diminuzione della vista, barcollamento, perdita di coscienza. Cercare di riscaldare il corpo, con impacchi caldi, avvolgendolo in coperte. Somministrare bevande calde, ma non alcolici. Cercare di portare l’infortunato in ambiente caldo. Se il paziente non respira procedere alla respirazione Bocca a bocca.

Congelamento

Appare inizialmente con pelle arrossata che diviene bianca e quindi grigio giallastra. Riguarda aree circoscritte del corpo, come mani, piedi, naso, orecchie ed è causato dalla bassa temperatura che genera il restringimento dei vasi sanguigni. Alle cause presenti in caso di assideramento si aggiunge un non perfetta difesa data da indumenti e scarpe troppo strette. Se possibile portare rapidamente in luogo chiuso; immergere la parte congelata in acqua piacevolmente calda ( provarla col gomito: non usare acqua bollente o termofori, né tenere il paziente vicino a una stufa); non strofinare i punti gelati e non applicare neve; far assumere bevande calde; non applicare polveri o pomate. Se necessario medicate con garze sterili. Quando il paziente è riscaldato invitatelo a muovere le parti colpite.

Problemi di Salute

Se avete problemi cardiorespiratori, biomeccanici od altre patologie si consiglia una visita medica che stabilisca i limiti di “lavoro” che siete in grado di affrontare. Di norma l’attività fisica non è mai controindicata, anzi!, ma va pianificata e graduata. Per chi ha problemi di instabilità alle articolazioni della caviglia è consigliabile una fasciatura contenitiva per evitare distorsioni. Se siete in sovrappeso attenzione alla discesa: abituatevi ad utilizzare bastoncini da sci o bastoncini retrattili.